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In un post su Facebook delle ore 16,17 Zingaretti ha annunciato le sue dimissioni da segretario del PD.

Cosa c’è che non va

=> Le dimissioni non si annunciano, si danno. Con una lettera a chi di dovere, in questo caso alla presidente del partito. Poi, eventualmente, si annunciano.

=> Quando finirà questa brutta abitudine di fare dichiarazioni importanti sui social? Un segretario di partito ha a disposizione ogni strumento più istituzionale. Una conferenza stampa, ad esempio.

=> La dichiarazione è autoassolutoria. Parla di attacchi, di poltrone, ma non sfiora nemmeno i veri motivi:
– la subalternità del PD al M5S durante il governo Conte bis,
– la folle adesione ai motti di Casalino (“O Conte o voto” #ConTe, Conte punto di equilibrio),
– aver definito Conte “Punto di riferimento fortissimo di tutti i progressisti
– l’essersi prestato alla fallimentare strategia di raccogliere il voto dei centristi per portare avanti il governo Conte,
– il paradosso che vede crescere i 5S con Conte alla guida d il PD dissanguarsi per lo stesso motivo.

=> Un leader non può dire che si vergogna della organizzazione per cui opera. Il buon andamento della propria organizzazione dipende soprattutto da lui.

=> La pandemia è stata la scusa per tutto: rimandare decisioni importanti, accettare le decisioni di altri. Se il governo Conte avesse avuto continuità, la pandemia non sarebbe ora meno aggressiva.

Note positive?

Zingaretti è probabilmente una brava persona ed ha ragione nel dire che la responsabilità è anche di coloro che ora lo attaccano. Sicuramente la loro colpa è stata quella di non parlare con sufficiente chiarezza ed energia quando pensavano che certe scelte fossero sbagliate. Queste sono le uniche note positive che vedo.