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Negli ultimi giorni di febbraio, Azione ha presentato Next Generation Italia – Il foglio del come. Come si legge sulla pagina dedicata nel sito di Azione, il piano si pone l’obiettivo di ridurre le distanze fra l’Italia ed i principali Paesi europei, superando le arretratezze e le disuguaglianze che la appesantiscono.  L’Italia ha perso terreno sulla società, sull’uguaglianza, sulla qualità dell’educazione, sull’inclusione delle donne.   Next Generation Italia indaga le ragioni di questo arretramento e propone soluzioni concrete e dettagliate per la governance futura. I primi tre capitoli sono dedicati ai bambini, ai giovani e alle donne, perché sono queste le categorie che hanno sofferto di più negli ultimi trent’anni e dove il divario con l’Europa si è ampliato raggiungendo ormai livelli di guardia.

La struttura del piano

Il piano presenta una sezione introduttiva nella quale si descrivono gli obiettivi. Qui si spiega che il piano descrive interventi del programma di governo che sono aggiuntivi a quelli del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Non bisogna infatti dimenticare che i fondi del Next Generation EU, ripartiti in 6 anni, sono solo una piccola frazione della spesa pubblica italiana.

Quindi viene sviluppata una sezione di analisi del gap socioeconomico italiano. A questo scopo vengono selezionati e descritti una serie di indicatori rilevanti che riguardano lavoro, investimenti, produttività, contesto istituzionale, condizioni sociali. Il tutto anche in riferimento agli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite.

Vi è poi una proposta di governance, che evita di creare una struttura parallela ai ministeri, come quella inizialmente proposta da Conte per il PNRR, considerando però la necessità di raccordo con la Commissione Europea e di rafforzamento e coordinamento delle strutture ministeriali.

Nelle sezioni successive vengono presentate le proposte, per ora tre e riferite alle categorie dei bambini, dei giovani e delle donne.

Ogni sezione delle proposte presenta un Executive Summary. Questo presenta una analisi del contesto socioeconomico che giustifica gli interventi. Quindi vi è un riepilogo degli interventi e dei costi previsti.

Dopo l’executive summary vi è la descrizione dettagliata di ogni intervento, che descrive la situazione attuale, gli obiettivi dell’intervento e le modalità operative di realizzazione.

Interventi per i bambini

Il principale intervento è potenziare le strutture per la prima infanzia, che attualmente sono in grado di garantire un posto solo al 25% dei bambini. L’obiettivo è arrivare e superare la soglia minima prevista dalla UE del 33%, mediante un mix di incremento delle strutture pubbliche e dell’offerta dei privati. Il tutto da realizzare in 4 anni.

Il secondo intervento riguarda il miglioramento dell’attività formativa, anche favorendo la partecipazione maschile negli asili nido.

Il terzo intervento tende a favorire la domanda mediante una partecipazione, anche totale, dello stato alle rette pagate, con specifica attenzione alle aree più svantaggiate.

Proposte per i giovani

Le proposte per i giovani sono molto articolate e si muovono su due linee: investire su coloro che ora sono NEET (Young people Neither in Employment or in Education or Training) e impedire che in futuro si abbiano nuovi NEET.

La prima proposta si articola in una serie di azioni con l’obiettivo di fronteggiare le difficoltà di inserimento lavorativo e la disoccupazione giovanile. Tra queste:

  • il sostegno economico a tutti coloro che si formano,
  • il sostegno abitativo per gli studenti e lavoratori fuori sede,
  • la defiscalizzazione totale fini a 25 anni e totale fino a 29 anni,
  • nuovi programmi di formazione breve,
  • creare una piattaforma efficace per far incontrare domanda ed offerta di lavoro giovanile,
  • Riformare la disciplina dell’apprendistato.
  • potenziare il servizio civile.

Nell’ambito della secconda linea di azione, prevenire i NEET di domani, sono previste diverse iniziative che riformano profondamente la scuola:

  • Riordinare i cicli di istruzione facendo coincidere a 18 anni l’obbligo scolastico e la fine della scuola, come avviene in altri paesi europei (ora in Italia la scuola secondaria di secondo grado si conclude a 19 anni),
  • Riformare le scuole professionali ed aumentare il numero dei diplomati ITS,
  • Estendere il calendario scolastico con una revisione dei periodi di chiusura,
  • Adottare tempo lungo e favorire e mense,
  • Potenziare il supporto scolastico mediante mediatori culturali, supporto psicologico e supporto all’orientamento scolastico ed alla carriera.
  • Favorire e mettere al centro le aree di crisi sociale complessa
  • Valorizzare i docenti con incentivi economici e incrementandone la formazione

Le proposte per le donne

Già l’incremento dei posti negli asilo nido già favorisce le madri, ma questo non basta, sono necessarie azioni direttamente rivolte alle donne ed anche agli uomini genitori. Anche in questo caso le proposte sono molte ed articolate:

  • prolungare il congedo parentale per i padri,
  • istituire un congedo complementare,
  • favorire la formazione durante il congedo,
  • ridurre le aliquote IRPEF per le donne sopra i 30 anni (le più giovani sono già interessate dalle misure generali di aiuto ai giovani),
  • rendere più trasparenti le retribuzioni e la posizione negli organici, in modo da individuare situazioni di disparità di genere,
  • combattere gli stereotipi di genere in tutte le fasi,
  • Favorire i percorsi di formazione scientifica per le donne,
  • Contrastare la violenza di genere incrementando i centri antiviolenza, sostenendo le vittime, formando le forze dell’ordine, avvocati e magistrati.
  • Infine, favorire l’educazione sessuale e sostenere le giovani madri.

Parla di Next Generation Italia anche linkiesta.it in un articolo di Alessandro Capelli.

Nella sezione documenti puoi scaricare l’intero documento

Qui, il video di Carlo Calenda che presenta il Next Generation Italia. Sotto ne viene riportato per intero il testo.

Video di Carlo Calenda: primi 3 capitoli del Next Generation Italia di Azione

Le parole del video

Per molti mesi abbiamo chiesto l’arrivo di Mario Draghi alla guida di un governo di unità nazionale tra l’ilarità e lo scetticismo generale. E lo abbiamo chiesto perché era a nostro avviso impossibile con queste maggioranze parlamentari avere un governo che non fosse trasformista, che non fosse caotico, che non fosse incapace di affrontare i problemi italiani. Quindi siamo molto felici del governo Draghi.

Però pensiamo allo stesso tempo che la politica non possa smettere di pensare, o di proporre, per molte ragioni, ma la prima e più importante è che fra poco, un anno, due anni, si tornerà al voto e allora quello che non può succedere è che il governo Draghi sia solo una parentesi che non cambia i comportamenti dei partiti.

Per questo Azione già da tempo sta lavorando su un Next Generation Italia. Cos’è il Next Generation Italia? E’ un piano che non è solo l’utilizzo dei fondi del Recovery Plan. Perchè, vedete, i fondi del Recovery Plan sono sostanzialmente un’altra fonte di finanziamento, insieme al debito, insieme al bilancio pubblico, alla finanza.

E dunque cosa dobbiamo definire? Dobbiamo definire cosa occorre fare per fare una cosa semplice: ridurre il gap tra l’Italia e gli altri Paesi europei, che si è allargato enormemente in tutti i settori, non solo sull’economia, sulla produttività sugli investimenti, ma moltissimo sulla società, sulla disuguaglianza e sulla qualità dell’educazione, sull’inclusione delle donne. Ecco, questi sono elementi sociali che, insieme a quelli economici, noi dobbiamo mettere a posto.

Per questo con un nostro ufficio studi, Azione ha un ufficio studi fatto da 8 persone, ha investito molto su questo e con la nostra rete di competenza abbiamo prodotto una ipotesi di Next Generation Italia, che abbiamo inviato al governo e che è costruito in questo modo. C’è una premessa che fa vedere tutti i dati. Come si sono allargati e perché si sono allargati questi gap sociali ed economici e produttivi e, dall’altro lato, la governance. Come dovrebbe essere strutturata la governance. Non nel modo barocco in cui pensava Conte, ma in modo da avere un meccanismo efficace.

Abbiamo iniziato poi con tre capitoli che sono a nostro avviso fondamentali: quello sui bambini sui giovani e sulle donne. La ragione è molto semplice: queste sono le categorie che hanno sofferto di più non solo in epoca COVID ma negli ultimi 30 anni. E sono le categorie dove il divario con l’Europa è più forte ed è un divario che è diventato culturale e profondissimo.

Abbiamo dunque predisposto nelle prime 80 pagine di questo Next Generation Italia una serie di proposte che sono molto molto grandi dimensionalmente, ma sono anche molto precise. Il foglio del come. Come farle, quanto costano, che risultati poi raggiungere. Ecco questi sono i primi tre capitoli, perché questo lavoro continuerà nel tempo. Il prossimo sarà la transizione energetica, poi quella digitale, poi ci saranno le riforme. Andranno a comporre quello che è un grande programma per il governo di questo Paese, non per un anno o sei mesi ma per i prossimi 5, 7, 10 anni che servono per recuperare il terreno perduto.

Questo il lavoro che deve fare la politica. Va presentato al governo Draghi e va fatto oggetto di diffusione, perché se gli italiani non decidono e iniziano a votare con la testa cercando di capire quali sono i problemi, ma continuano a votare con la pancia per quelli che sembrano ripetere le cose che loro stessi dicono, senza però mai proporre una soluzione, beh allora il governo Draghi sarà una parentesi.

Io ho sentito molte critiche sulla parte politica della composizione del governo a cui ho risposto “ma sono quelli che avete votato”! E come mai succede che siete così contenti che arrivi Draghi dicendo “ah finalmente uno competente” in mezzo a questo mare magnum di cialtroni che poi si continuano a votare come se fossero due cose diverse. Non sono due cose diverse.

La politica deve ridiventare competenza, che non è una parola astratta, ma competenza declinata sulla capacità amministrativa di lettura dei problemi, competenza specifica, che è quella dell’arte di governo che è la politica. Ecco, questo il lavoro che farà Azione col governo Draghi e lo farà oltre il governo Draghi e lo farà senza alcun timore reverenziale, perché abbiamo sostenuto il governo Draghi in tutti i modi, ma riteniamo che la politica non possa abdicare per un secondo il suo ruolo.