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Coffee for two è una serie di 10 podcast, proposta da Editoriale Domani, che vede protagonisti Giorgia Carofiglio e suo padre Gianrico. Abbiamo già parlato delle precedenti puntate che avevano per tema:

  1. la discriminazione di genere
  2. il cibo
  3. il linguaggio politicamente corretto
  4. la paura.
  5. Il cambiamento climatico
  6. Serie televisive
  7. Le città intelligenti

Il titolo della ottava puntata è “Verso est (e ritorno)“.

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Di cosa parla l’ottava puntata?

Nella ottava puntata si parla delle discipline orientali e del rapporto fra Oriente e Occidente. Sia figlia che padre le hanno praticate. In particolare, Gianrico che, credo, sia sesto Dan di karate. Giorgia inizia raccontando che nel periodo del coronavirus è aumentato moltissimo l’acquisto di tappetini da Yoga e, in generale, è aumentato l’interesse verso le discipline orientali. Come spesso accade in coffee for two, Giorgia esprime propri dubbi e sensi di colpa. In questo caso, in relazione al rischio che le discipline orientali vengano snaturate nella pratica occidentale, privandole del contesto culturale ed etico in cui si sono sviluppate.

Argomenti trattati

  • Le arti marziali possono uccidere, ma insegnano la flessibilità e la capacità di gestire la propria mente e l’ansia.
  • Molte discipline occidentali a corpo libere non sono così diverse da quelle orientali. L’importante è entrare in un rapporto di consapevolezza con il proprio corpo
  • Il rischio di snaturare le discipline orientali estrapolandole dal contesto etico e culturale
  • L’inserimento delle discipline orientali in un contesto individualistico e consumistico (maggior produttività individuale, attrezzi, abbigliamento)
  • Al contrario, l’opportunità dell’ecclettismo, ritenendo che l’efficacia di tali pratiche sia indipendente dal contesto
  • La possibilità che il pensiero scientifico e le conoscenze del mondo occidentale migliorino le discipline orientali
  • La “via” delle discipline orientali come ritorno al punto di partenza, ma con un livello superiore di consapevolezza. La “Via” come percorso circolare
  • Religione come risposta alla domanda di senso. In relazione alla adesione alla spiritualità orientale quando si pratica una disciplina orientale
  • L’ateismo come forma di religione. Preferenza per il termine agnosticismo
  • La ricerca di senso capace di per sè di dare un senso alla propria vita
  • La pratica corretta delle arti marziali produce senso. E’ un modo di convivevere con le proprie paure ed entrare in rapporto con gli altri

Citazioni

I poeti immaturi imitano, i poeti maturi rubano.
T. S. Eliotari

– Meglio un giorno da leone che cento da pecora!
– Non possiamo fare 50 da orsacchiotto?
Massimo Troisi

Libri citati

Qualche considerazione

Anche io ho praticato un po’ di Yoga, ad un livello molto basso. Credo che all’origine fosse una pratica che noi, occidentali, chiameremmo scientifica: uno studio meticoloso e basato sull’esperienza di come si possa acquisire controllo e consapevolezza del corpo (o di come il corpo riesca a fare cose che la mente tenderebbe ad impedire). Ma a quei tempi mancavano parole e conoscenze su respirazione, flusso sanguigno, neurofisiologia, anatomia. Le metafore che i fondatori di quella scienza usavano per parlare della loro disciplina, cercando di spiegarne il funzionamento a sé stessi ed ai discepoli, sono diventate quelle che ora noi chiamiamo spiritualità. Per cui credo che si possa praticare lo yoga in occidente, senza necessariamente aderire agli aspetti spirituali e dogmatici della disciplina.

Non concordo con Giorgia e Gianrico sul considerare l’atesimo una forma di religione. Non è affatto così. Prendiamo l’asserzione “Dio esiste”. Innanzitutto, bisognerebbe definire cosa si intende per “Dio”. Perchè gran parte della confusione nella discussione sulla esistenza di dio dipende proprio dalla mancata definizione dell’oggetto della discussione. Superata questa prima difficoltà, c’è da dire che Il fatto che una asserzione non possa essere falsificata, non necessariamente implica che sia, anche remotamente, vera. Questo problema lo aveva già risolto Russel con un paradosso. “Dio è una tazzina di caffè che gira nell’universo”. Qualcuno provi a dimostrare che questa asserzione è falsa. Impossibile. Ma nessuno si definirebbe agnostico rispetto al fatto che una tazzina di caffè in giro per l’universo sia dio.

Penso che la religione sia un prodotto culturale dell’uomo fatto per gli uomini. Qualche migliaio di anni di storia ce lo hanno ampiamente dimostrato. Per me, è come la tazzina da caffè, quindi mi dichiaro ateo senza sensi di colpa. Questo non toglie che si possa godere dei prodotti spirituali della religione e che per molte persone sia uno strumento di ricerca del senso. E lo dico con il massimo rispetto.

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