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Coffee for two è una serie di 10 podcast, proposta da Editoriale Domani, che vede protagonisti Giorgia Carofiglio e suo padre Gianrico. Abbiamo già parlato delle precedenti puntate che avevano per tema:

  1. la discriminazione di genere
  2. il cibo
  3. il linguaggio politicamente corretto
  4. la paura.

Il titolo della quinta puntata è “Tempesta perfetta”.

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Di cosa parla la quinta puntata?

Il tema della quinta puntata è il cambiamento climatico, che è stato causa di una accesa discussione in famiglia e che ha dato l’idea della serie di podcast coffee for two. Giorgia vive il problema del cambiamento climatico come profondamente angosciante per lei e per la sua generazione, e mal sopporta che la generazione dei genitori non condivida tale sentimento, forse perché non ne subirà le conseguenze più gravi. Gianrico cerca di razionalizzare questo approccio, riconducendolo alla dialettica fra quanto ciascuno di noi può fare per risolvere il problema e l’effettivo impegno che ci mette. Quindi, non angoscia, ma disagio che spinge ad agire.

Il tema del cambiamento climatico viene declinato in un dialogo un po’ ondivago e più interessato alla percezione del problema, piuttosto che alla sua analisi.

  • Il fenomeno dei migranti climatici a causa della sopravvenuta impossibilità di vivere in alcune aree della terra
  • La difficoltà di parlare del cambiamento climatico in quanto paura non viscerale, ma che richiede il ragionamento
  • La complessità del rapporto causa-effetto fra le nostre azione ed il cambiamento climatico
  • L’origine e la natura del romanzo come forma letteraria, in relazione alla sua capacità di narrare l’imprevedibilità della natura
  • Il ruolo dell’improbabile nel determinare le nostre vite
  • La critica alla idea di fine della storia, come fine dell’imprevedibilità delle nostre esistenze
  • L’inadeguatezza dei modelli che si basano sulla crescita economica e sul sempre maggior consumo
  • L’aumento di emissioni da parte dei paesi emergenti
  • La necessità di sviluppare l’economia fra il limite dei bisogni irrinunciabili ed il limite della sostenibilità ambientale (economia della ciambella).

Citazioni

La forma più alta di moralità è il non sentirsi mai a casa, nemmeno a casa propria
Theodor W. Adorno

Libri citati

Alcune considerazioni

Gianrico forse sottostima l’effetto del cambiamento climatico, ipotizzando che nel breve-medio periodo le condizioni di vita degli abitanti dei paesi sviluppati non saranno profondamente alterate. Credo che Giorgia sia nel giusto nell’affermare, al contrario, che gli effetti saranno visibili e pesanti già per le attuali giovani generazioni. Se Giorgia mi leggesse, le proporrei di convertire l’angoscia in una sana e robusta rabbia (lascio ad altri trovare un termine migliore, ma il significato è quello), non verso i propri genitori (inutile covarla in casa), ma sicuramente verso la loro generazione. La rabbia è in grado di spingere all’azione più e meglio di un semplice disagio (vedi Greta Thunberg).

Troppo ottimistica è anche l’affermazione di Gianrico, suggerita da un climatologo, che già oggi esistano le tecnologie per affrontare il problema ed invertire la rotta. Credo si riferisca soprattutto alla cattura diretta della C02 atmosferica, di cui abbiamo presentato gli aspetti problematici. A molti sfugge l’enorme dimensione del problema, che mette in crisi qualsiasi soluzione. L’emissioni mondiali di CO2 sono qualcosa come 36 miliardi di tonnellate ogni anno, che diventano circa 46 miliardi di CO2 eq. (anidride carbonica equivalente), se si considerano anche gli altri gas ad effetto serra.

Non ci si rende conto che le energie rinnovabili sono solo una piccola frazione dell’energia primaria utilizzata a livello mondiale (circa il 15%), che implementare soluzioni vuol dire fare azioni che a loro volta generano emissioni, che i gas ad effetto serra rimangono in atmosfera per decenni o centinaia di anni, che troppo spesso si punta a investimenti che ci sembrano buoni perché simili a quello che si è sempre fatto, come costruire e consumare (vedi auto elettrica).

Attenzione poi, quando si parla di Cina e India. E’ vero che la Cina è il principale produttore di gas ad effetto serra (l’India è al quarto posto dopo Cina, Stati Uniti e Unione Europea), ma un cinese emette 6,5 Tonnellate di CO2 eq. per anno , mentre un europeo 6,8 ton ed uno statunitense 15,7 ton. E questo nonostante la Cina produca per tutto il mondo. Gli indiani vivono poi emettendo solo 1,8 ton CO2 eq. che è considerato un valore sostenibile. Certo, indiani e cinesi sono tanti, ma chi ci dice che noi contiamo di più?

L’economia della ciambella, di cui si parla alla fine della puntata, è una bella immagine, ma ci si deve rendere conto che la ciambella sarà molto piccola, molto più piccola e meno appagante di quanto ci piacerebbe e crediamo sia possibile. Molto simile alla ciambella che mangiano ora gli indiani. Meglio esserne consapevoli.

Una nota positiva riguarda l’Unione Europea: fra le varie entità nazionali e sovranazionali è sicuramente quella che sta facendo gli sforzi maggiori e le azioni più serie per ridurre le proprie emissioni, ma, per adesso, sono in gran parte buoni propositi.

Qui puoi Puoi ascoltare Tempesta perfetta, il quinto podcast della serie Coffee for two

Altre risorse

Fra i libri in italiano che parlano di cambiamento climatico, segnalo Il cambiamento climatico in prospettiva geografica. Aspetti fisici, impatti, teorie di Marco Bagliani, Antonella Pietta e Sara Bonati.

A proposito del cambiamento climatico e di quanto sia difficile parlarne segnalo anche i cinque interventi di Magnason su ilpost.it

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