Coffee for two è una serie di 10 podcast, proposta da Editoriale Domani, che vede protagonisti Giorgia Carofiglio e suo padre Gianrico. Abbiamo già parlato delle precedenti puntate che avevano per tema:
- la discriminazione di genere
- il cibo
- il linguaggio politicamente corretto
- la paura.
- Il cambiamento climatico
- Serie televisive
Il titolo della settima puntata è “città intelligenti“.
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Di cosa parla la settima puntata?
Nella settima puntata si parla di Città intelligenti – Smart Cities. All’inizio della puntata Giorgia esprime il senso di colpa che vive in quanto residente in una città e amante delle città. Senso di colpa legato ad una supposta mancanza di sostenibilità ambientale delle città e del modo in cui vi si vive. Ma, contemporaneamente, Giorgia e Gianrico esprimono anche il rimpianto per l’impossibilità di vivere la città come prima, a causa delle limitazioni imposte dai lockdown. A dir la verità, in questo episodio si parla molto poco di città intelligenti, ma la discussione tocca comunque temi interessanti.
Argomenti trattati
- Il Senso di colpa legato al vivere nella città in quanto non sostenibili ambientalmente
- I luoghi come trama delle relazioni umane
- Città di 15 minuti, esempio di Parigi. 20 Minutes city, esempio di Melbourne.
- Insicurezza nei quartieri delle città con scarse interazioni sociali: quartieri dormitorio
- Progettazione delle città per la sicurezza delle donne: esempio della illuminazione di Vienna
- Esigenza delle donne di fare percorsi brevi nell’area in cui vivono. Ma assenza di mezzi pubblici che colleghino i quartieri periferici senza passare per il centro.
- Importanza della sicurezza dei parchi cittadini per le donne. Scarsità di spazi per la socializzazione o per sport tipicamente femminili.
- Topografia della città come fatto politico ed etico.
- Diseguaglianze nelle città legate ad aspetti climatici. I quartieri degli afroamericani nelle città americane sono più vicini a strade, parcheggi, insediamenti industriali. La differenza di temperatura rispetto ai quartieri dei bianchi può arrivare sino a 6°C
- Il fenomeno della migrazione interna nelle città dalle zone più climaticamente sensibili ad aree più verdi e vivibili
- Il capitale spaziale come fattore di ricchezza non monetaria (vivere in luoghi dove si ha accesso a maggiori opportunità sociali, culturali e politiche). Al contrario, marginalizzazione come fattore anche geografico: vivere in aree con scarsi servizi e opportunità
- La città come centro delle innovazioni e dei movimenti sociali
- Rimozione delle statue nelle città come tentativo di sostituire simboli con altri simboli, raccontare una nuova storia. Esempio delle statue dei confederati schiavisti
- Città come potenziali luogo di convivenza. Esempio di Detroit: passaggio da città post-industriale in completa decadenza a città verde e vivibile
- La possibilità e la capacità di cambiare le cose dipende dai limiti che ci poniamo. Vale per i singoli, ma anche per le comunità
Citazioni
Gli uomini diventano uomini quando imparano a raccontare storie
Yuval Noah Harari
Libri citati
- La città dei ricchi e la città dei poveri di Bernardo Secchi
- Sapiens. Da animali a dèi. Breve storia dell’umanità di Yuval Noah Harari
Mie considerazioni
Giorgia, abbandona il senso di colpa. Non è vero che le città sono dei mostri ambientali. Certo, lo sono in assoluto, ma non lo sono se rapportate al numero di persone che ci vivono. I motivi sono semplici. Vivere in un condominio di 30 appartamenti è energeticamente molto più efficiente che vivere in 30 case singole. Prova a confrontare la bolletta del metano di un appartamento in condominio con quella di una casa singola di pari dimensioni, ti accorgerai che la prima è molto più bassa, cioè i consumi sono molto inferiori. Lo stesso vale per i trasporti. Il numero di km percorsi ogni giorno dai romani (con qualsiasi mezzo) è enormemente inferiore al numero di km percorsi da due milioni e mezzo di persone che vivono in aree poco urbanizzate (diciamo gli abitanti delle Marche e dell’Umbria tutti assieme). Meno km percorsi vuol dire meno CO2 emessa. Insomma, la tendenza all’urbanizzazione non è nemica dell’ambiente. In una città amministrata bene è molto più facile gestire il ciclo dei rifiuti e la depurazione delle acque piuttosto che in insediamenti diffusi. E’ molto più facile per una città divenire Smart piuttosto che per territorio a bassa densità. Dove vivo io il liceo scientifico più vicino è a 20 km, il liceo classico e l’istituto tecnico industriale sono a 35 km. Quanto distano queste scuole dalla casa dove vivi tu?