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Una selezione di brani su Rocco Casalino, dai libri di Jacopo Iacoboni e di Nicola Biondo e Marco Canestrari.

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E per chiudere tre brevi pezzi da Il Foglio Quotidiano.

Da L’Esperimento di Jacopo Iacoboni

A proposito della partecipazione dei 5S alle trasmissioni televisive

Enrico Mentana fece un minieditoriale una sera per sbugiardare le pressioni di Rocco Casalino, il capo della comunicazione del Movimento per la tv, su un inviato di La7, al quale aveva minacciato che Di Maio non sarebbe più stato loro ospite.

Ecco il filmato su youtube

Come si sceglie chi va in TV

Una volta l’ex del Grande Fratello, a un senatore un tempo capogruppo, spiegò sbrigativamente che non andava in tv perché era brutto. Il giorno dell’insediamento del direttorio, disse che i Cinque stelle dovevano essere dei personaggi, e curare la loro immagine da star. Sempre lui ha inaugurato una tendenza, gli eletti a sbiancarsi i denti dal dentista (peraltro, un europarlamentare M5S), le elette a lisciarsi i capelli dal parrucchiere.

Il valore dei capi della comunicazione 5S

Un senatore si sfogò con «La Stampa»: «Noi, parlamentari della repubblica, dobbiamo chiedere se poter parlare a tre capi della comunicazione di cui una esibisce un curriculum (pubblicato sul meetup romano ‘Cittadini in Movimento’) nel quale compie strafalcioni di ortografia italiana e inglese, “sono un’ufficio stampa”, con “capacità di foundraising”, “sono anche un artista visiva”, senza apostrofo. Un altro è un ex del Grande Fratello che Emilio Fede sostiene di aver aiutato. La terza, nuovo capo comunicazione in Europa, era un’assistente nei programmi di Del Debbio».

Da Il sistema Casaleggio di Nicola Biondo e Marco Canestrari

Chi comanda davvero

Ciò che colpisce è lo spaesamento. Sentiamo spesso i detrattori del MoVimento dire che hanno eletto persone incompetenti e ignare. Toccare con mano questa incredibile superficialità e inconsapevolezza lascia una sensazione difficile da mettere a fuoco. Chi sta prendendo le decisioni per conto di questa persona? Lei sarà in grado di dire «no» se queste scelte saranno sbagliate? Questo è il prototipo di senatore o deputato funzionale al sistema Casaleggio. Poche domande, poca esperienza, fiducia nei colleghi «anziani». «E Casalino? Semina il terrore?» chiedo ironico. «Non l’ho ancora conosciuto. Certo è molto presente, viene a riferire su quello che fa. Ha un gruppo che lavora per lui e noi prendiamo atto… cosa possiamo fare?» Bastano queste poche parole per capire chi comanda davvero. Il responsabile della comunicazione, che dovrebbe aiutare i suoi datori di lavoro, cioè i parlamentari, di fatto cne amministra perfino le posizioni politiche.

«Poi ci sono queste riunioni dove alza la mano il solito leccaculo che urla ‘Bravo, grande, applauso!’ ma non c’è interazione». Difficile ricordare che stiamo parlando di rappresentanti del popolo, deputati e senatori della Repubblica italiana. Eppure di questo si tratta. Voglio essere sicuro di aver capito bene. È davvero Rocco Casalino che guida il gruppo parlamentare? «Quindi uno non vale uno…» affermo provocatoriamente. «No, no. Uno vale tutti. A volte rimango perplessa. Ma come, a volte devo essere io, appena arrivata, a dire ‘Ma non mi pare che stiamo seguendo la linea originaria [del MoVimento]’. Io che nemmeno sono un’attivista della prima ora. Però alla fine mi fido. Intanto mi ambiento, poi vediamo…»

Da L’Esecuzione di Jacopo Iacoboni

Il popolo azionista del governo Conte 1

per esempio in una sera di novembre 2018 va in tv da Giovanni Floris, in una delle trasmissioni predilette dal Movimento, e alla domanda su come definirebbe il popolo risponde, perso ormai ogni residuo freno inibitorio: «Il popolo è la somma degli azionisti che sostengono questo governo». Il portavoce, Rocco Casalino, seduto in studio, viene immortalato mentre si concede soddisfatte espressioni facciali.

Tutto, frasi e comportamenti del premier, avviene in effetti sulla base di ragionamenti svolti dal suo team comunicativo, composto da uomini provenienti dalla Casaleggio o da uomini che devono il loro potere quasi assoluto al fatto di essere il trait d’union con Davide Casaleggio, come il portavoce Rocco Casalino

Chi comanda? Conte o Casalino?

Mi hanno raccontato che il 9 novembre 2018 Conte stava ricevendo nel suo studio a Palazzo Chigi i due capigruppo parlamentari di Fratelli d’Italia, forse prevedendo fasi turbolente nella maggioranza Lega-Movimento. Il portavoce Casalino avrebbe fatto irruzione senza bussare e, con un gesto che ai due ospiti sembrò autoritario, battendo il dito sull’orologio, avrebbe ricordato al premier che il tempo per l’incontro era scaduto. Conte, con una mitezza apparsa eccessiva ai due capigruppo, avrebbe detto che erano in ritardo per colpa sua, prolungando così l’incontro per altri dieci minuti.

Inizia l’epurazione

In seguito il Movimento al potere ha inaugurato una lunga stagione polemica contro «i pezzi di merda» del ministero dell’Economia (espressione usata dal portavoce del premier Rocco Casalino, in un audio finito sui siti di tutti i giornali) e in generale tutti i tecnici accusati di remare contro, spesso grand commis dello Stato che hanno la sola colpa di provare a salvaguardare i conti pubblici, nell’età avventurosa del Movimento al governo. Qualcuno, come il presidente della Consob Mario Nava, ci ha rimesso il posto. Altri, come il ragioniere generale dello Stato Daniele Franco [Ora Ministro dell’Economia e delle Finanze del governo Draghi, N.d.R.] , il capo di gabinetto del ministero dell’Economia Roberto Garofoli, [Ora Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri e Segretario del Consiglio dei ministri del governo Draghi, N.d.R.]o il capo dell’ufficio legislativo finanze del ministero Glauco Zaccardi, sono finiti sotto un fuoco continuo di attacchi del Movimento. Tito Boeri, un eccellente presidente dell’Inps, viene bersagliato per mesi, e la fine del suo mandato viene salutata con sollievo dai Cinque stelle e dalla Lega.

[su repubblica.it l’audio citato, N.d.R]

Jacopo Iacoboni non viene fatto entrare alla convention 5S

Ci trovammo di fronte a Rocco Casalino che confermava testualmente (io ne fui sorpreso), alla direzione del giornale, quanto avevo già anticipato io, cioè che c’era un’esclusione ad hoc, per «ragioni personali», articoli sgraditi che avevo scritto. Aggiungeva che lui – il potente capo della comunicazione ufficiale del Movimento – non poteva farci niente. Né lui né, fu chiaro, il “capo politico” Luigi Di Maio, che nulla c’entrava, va detto, con quella decisione. Un’entità a loro sovraordinata aveva deciso tutto, come sempre: Davide Casaleggio.

Casalino fa annunciare a Mentana la nascita del governo M5S-Lega

Un episodio qui torna illuminante. Avviene in un momento cruciale e permette di raccontare brevemente un personaggio importante, di cui siamo costretti a occuparci perché, a dispetto di ogni apparenza contraria, riveste un ruolo nell’esecuzione: a poche ore dalla formazione del governo Lega-M5S, Casalino si fa riprendere da un collaboratore in un video girato col telefonino mentre manda a Enrico Mentana, direttore del tg di La7, un sms che gli annuncia l’imminente nascita del governo Lega-Movimento: «Lo giro per primo a Mentana, vediamo in diretta che succede». Su La7 in quell’istante c’è Alessandra Sardoni che davanti al Quirinale sta riferendo degli ultimi sviluppi della trattativa, e Casalino, con i suoi collaboratori, fa sarcasmo: «Troppo tempo, Enrico, più veloce. Anche perché non sta dicendo niente, lei». I collaboratori dell’ex partecipante al Grande Fratello – che tanto ha allargato il suo raggio d’azione da quando Rocco Taricone, preveggente, gli spiegava che i suoi erano discorsi populisti e qualunquisti – sghignazzano, si sente chiaramente nel video. A quel punto interviene Mentana, che legge il messaggio in diretta. È una notizia molto importante e sta facendo il suo dovere: Di Maio e Salvini danno il via libera al governo. Casalino sorride soddisfatto con i suoi: «Momento storico». Il video però va in giro. Non è chiaro da chi sia stato fornito, ma è un video girato in quella stanza, e finisce pubblicato online su diversi siti. Una greve esibizione di potenza e iattanza.

Con Daria Bignardi

laureatosi in ingegneria, diventa noto grazie alla prima edizione del Grande Fratello; quella condotta da Daria Bignardi, contro la quale Casalino si scaglierà brutalmente nel 2014, dicendole: «hai sposato il figlio di un assassino», violento attacco sia a lei, sia a Luca Sofri. Bignardi aveva la sola colpa di aver intervistato in modo gradevole ma non servile Alessandro Di Battista, chiedendogli del padre fascista. La giornalista risponderà civilmente – «non mi ferisce leggere che mio suocero è un assassino, perché non lo è»

Come gestisce i media

Ce ne sarebbe già abbastanza per chiedersi se il metodo Casalino non sia in realtà nient’altro che l’estensione alla tv di un metodo Casaleggio; teniamo la domanda aperta. Ma via via si aggiungono particolari, perché queste modalità lasciano sempre più traccia e non c’è praticamente più un solo giornalista che possa tra sé e sé non confermarle. Il «Corriere» racconta che Casalino è abituato a promettere alle trasmissioni tv la presenza del big (poniamo, Di Maio o Di Battista) e a cancellarla dieci minuti prima della messa in onda (la frase che è solito usare è, in effetti, «me lo segno a matita», in modo cioè non indelebile): una tecnica che gli consente di trattare da posizioni di forza e aggressività immediatamente intuibili.

Casalino riesce a far passare quasi sempre interviste con poco contraddittorio (eufemismo), a evitare se non dettare gli ospiti sgraditi da non avere in studio, o addirittura, nel caso dei dirigenti più forti, senza altri giornalisti tout court.

Falsi curricola

«Il Foglio» scopre che sul suo curriculum pubblicato su LinkedIn viene citato un master in business administration conseguito in dodici mesi, nel 2003, alla Shenandoah University, in America. Ma all’università non risulta nessun Rocco Casalino tra gli studenti passati del master….Casalino come ne esce? Dice al «Foglio» che non sa chi abbia aperto quel profilo LinkedIn, è un fake e lo farà chiudere (il profilo in effetti viene chiuso). E però un «master in economia in America» compare anche, più vagamente, nel curriculum presentato da Casalino per candidarsi alle elezioni regionali in Lombardia nel 2012.

TV di Berlusconi

L’ex direttore del Tg4 racconterà al «Fatto Quotidiano»: «Casalino l’ho aiutato, ma non è stato riconoscente». Comunque sia, ciò che conta è che il portavoce del presidente del Consiglio del governo del cambiamento proviene rigidamente, strettamente, da un ambiente tv berlusconiano, sia pure dalle terze file.

[Su questo si veda anche su huffingtonpost.it “Emilio Fede: “Casalino venne da me con le pezze al c..o. Lo indirizzai io verso il M5s. Non ha riconoscenza“, N.d.R.]

Il metodo Casalino

Nicola Biondo, che fu capo della comunicazione M5S alla Camera, ha raccontato in un’intervista al «Giornale» quello che a suo dire è il «metodo Casalino»: dividere, usare tutte le informazioni raccolte a scopo di regolamenti di conti interni, e farsi appoggiare all’esterno. Quando Biondo tentò di convincere Casaleggio a farne a meno, racconta lui stesso, «Rocco si era messo a piagnucolare al telefono con un direttore di tg, con un rapporto forte con Grillo. E poi con un famoso direttore di quotidiano». Uno scheletro di relazioni che costituirebbe l’ossatura del potere di Casaleggio su tv e giornali d’area.

Conte difende Casalino

Nell’ottobre del 2018 è stato pubblicato sui siti di tre giornali un audio del portavoce della presidenza del Consiglio in cui veniva chiamato da alcuni giornalisti in cerca di informazioni da Palazzo Chigi il giorno dopo la tragedia del crollo del ponte Morandi a Genova. Casalino rispondeva che non dovevano stressargli la vita, perché già gli era saltato il Ferragosto. Corali proteste, richieste di dimissioni da parte di tanti, apertura di un procedimento all’Ordine dei giornalisti. Risposta del premier Conte: conferma totale della fiducia in Casalino. Pochi giorni prima era apparso un altro audio, in cui Casalino diceva a due giornalisti che il M5S avrebbe impiegato il 2019 a far fuori «quei pezzi di merda» del ministero delle Finanze, rei di remare contro il governo. Anche qui la risposta del premier Conte fu: «Non commento qualcosa che è stato prodotto violando le regole deontologiche e costituzionali. Per il resto confermo la mia fiducia in Casalino».

Quanto guadagna(va)?

Casalino guadagna 91.696 euro di trattamento di base, più 59.500 di parte accessoria, più 18.360 di indennità di diretta collaborazione, per un totale vicino ai 170mila euro all’anno.

Casalino e gli ebrei

Nel novembre 2018 viene ripubblicato online un video di Rocco Casalino, attuale portavoce del premier, che in una lezione alla scuola di giornalismo della Provincia di Milano (nel 2004) diceva: «Bush parla di Bene contro il Male e semplifica un paese come l’Iraq che ha una complessità storica. Lo può fare perché siamo abituati alla semplificazione. Un periodo come la Seconda guerra mondiale siamo abituati a semplificarlo come “Hitler=Male” e “Ebrei=poveretti”, e basta, senza comprendere la complessità storica che ha portato i tedeschi a odiare gli ebrei e poi incenerirli, per quanto ingiusto». Benché Casalino si sia difeso spiegando che si trattava di una performance, di fatto recitata, al Centro teatro attivo di Milano (ma il Centro smentisce di aver organizzato quel corso, e il giornalista che lo organizzò, Enrico Fedocci di Mediaset, ha spiegato che si trattò di una lezione in un corso di giornalismo),

Casalino i migranti e la Lega di Bossi

… il video di Rocco Casalino nella famigerata “lezione di giornalismo” a Milano che abbiamo citato in precedenza, in cui tra le altre cose il futuro portavoce di Palazzo Chigi diceva agli studenti: «Quand’io stavo in Puglia e sentivo Bossi parlar male degli extracomunitari dicevo “ma che razzista”, io vengo da una storia di sinistra. Adesso vivo a Milano in una zona dove so che ci sono 450 extracomunitari, che sputano, urlano, fanno a botte, hanno una cultura diversa dalla mia, quando scendo faccio fatica a relazionarmi con loro. E la prima cosa che faccio, adesso coi soldi, qual è? Prendo una casa a Brera, dove gli extracomunitari non ci sono. Perché è molto facile fare il non razzista, ma chi se li subisce poi questi qui, o gli zingari, sono i poveri. Quindi per me, che sono di sinistra e quindi dalla parte dei poveri, paradossalmente Bossi diventa uno interessante». Casalino sostiene che quella lezione fosse una recita. Questa versione non ha convinto molti, quando quel video è riemerso. Il link primario di quel video sparisce.

Da Il Foglio Quotidiano

18 dic 2020 – Simone Canettieri. Geolocalizzazione

Prima che Di Maio e Conte atterrino a Bengasi, dove incontreranno Haftar, escono le agenzie che li danno “in volo”. Addirittura, come raccontato dal Foglio.it, Rocco Casalino condivide con alcuni giornalisti la sua geolocalizzazione in Libia. Bacioni da Bengasi (“è stato un errore del telefono”, dirà Casalino).

8 gen 2021 – Salvatore Merlo. Con Trump

E d’altra parte a Palazzo Chigi, nell’ufficio vicino a quello del presidente del Consiglio, il portavoce Rocco Casalino esibisce da due anni sulla scrivania una foto scattata con Trump. Si sorridono, nella foto. E Rocco quando parla con gli altri dell’ormai quasi ex presidente americano lascia scivolare un confidenziale “Donald”. Malgrado dicano che già stamattina quell’immaginetta di “Donald” sia scomparsa. Sparita.

15 gen 2021 – Simone Canettieri. #avanticonconte

Così come il segretario del Nazareno. Il quale l’altra sera, a dimissioni delle ministre di IV accettate dal premier, si è unito al coro social diretto da Rocco Casalino: #avanticonconte.