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Avevo già recensito i due post diversi le prime due puntate di Ossigeno e la terza. Ossigeno è una serie di podcast in 4 puntate condotta da Paolo Giordano, prodotto per Chora, una iniziativa editoriale nel campo degli audio, diretta dal giornalista Mario Calabresi. Qui parlo della quarta puntata, che chiude la serie.

Fluoroangiografia

Una fluoroangiografia, mediante l’iniezione di un liquido fluorescente nel sangue, mostra il reticolo dei vasi sanguigni nell’occhio e ne rileva i difetti. Con questa immagine si apre il podcast, una metafora della connessioni invisibili, o di cui siamo inconsapevoli, che ci legano agli altri individui ed alla società. Il coronavirus ha reso palesi queste connessioni e le loro ostruzioni.

Spillover

Paolo Giordano ci fa poi riflettere sull’origine della malattia: il salto del virus che lo ha portato da una specie animale all’uomo. Di questo parla li libro Spillover di David Cuammon, che Paolo Giordano intervista nella sua casa nel Montana. Lo spillover non è una possibilità ma una quasi certezza, come tutti i fenomeni improbabili, ma che riguardano popolazioni enormi. Cuammon nel suo libro, sulla base di quanto già accaduto nel 2002 con la prima SARS, aveva ipotizzato che uno spillover sarebbe potuto accadere ancora e generare una pandemia globale.

Carceri

Il virus ci ha chiuso nelle case, ognuno ha sofferto di questa limitazione ed ognuno di noi ha pensato, almeno una volta, a quanto può pesare questa limitazione nei luoghi confinati per eccellenza: le carceri. Le carceri sono luoghi chiusi, generalmente sovraffollati, il luogo ideale per la diffusione del virus. Paolo Giordano ci porta nel carcere delle Vallette di Torino, facendoci sentire le voci sia dei detenuti che del personale: i primi sintomi leggeri, l’aggravarsi della malattia, la paura nel vedere gli anziani moribondi nei letti poi portati via per la sepoltura. Difficile è stato per il personale del carcere spiegare cosa stesse accadendo, perché era necessario spostare alcuni detenuti, perché era necessario che rimanessero nel chiuso delle celle senza più avere le già ridotte relazioni sociali, perché non fossero più possibili le visite dei parenti.

Oblio o memoria?

Segue poi l’intervista alla scrittrice scrittrice Ottessa Moshfegh, autrice del libo Il mio anno di riposo e oblio, in cui si racconta di una giovane donna che, per superare la tragica scomparsa di entrambi i genitori, decide di chiudersi in casa e passare un intero anno dormendo quanto più possibile. Un anno, il tempo necessario perché ogni singola cellula si rigeneri e non sia più vividamente memore della tragedia vissuta. Il 2021 sarà l’anno nel quale dovremo superare i segni del trauma. Forse l’oblio è una soluzione, ma Paolo Giordano preferisce la memoria, il ricordo di quanto vissuto ed i nuovi pensieri che la nostra mente è riuscita ad elaborare nel contesto di confinamento e di lutto.

Conclusioni

In questo Podcast, Paolo Giordano torna ad accostare temi, luoghi ed esperienze diverse, come già aveva fatto nei primi due podcast. Il terzo era tematicamente più compatto e, per questo, lo avevo preferito. Qui però un filo conduttore c’è: l’esperienza dell’autore e le sue letture. L’ascolto è quindi interessante, non banale e aiuta a riflettere.

Puoi ascoltare qui il podcast della quarta ed ultima puntata di di Ossigeno.

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