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Ossigeno è una serie di podcast in 4 puntate condotta da Paolo Giordano, l’autore del romanzo La solitudine dei numeri primi. Viene prodotto per Chora, una recente iniziativa editoriale nel campo degli audio, diretta dal giornalista Mario Calabresi. Per adesso, l’ascolto è gratuito, non so se successivamente la fruizione sarà a pagamento.

Episodio 1: Emergenza e inganno.

Con il primo Episodio della serie Ossigeno, Paolo Giordano ci porta in un suo luogo della memoria, l’ospedale Maria Vittoria di Torino, uno degli ospedali messi maggiormente sotto pressione dal Covid-19. Il racconto ci aiuta a capire la tragicità della malattia per coloro che vengono ricoverati: l’allontanamento da casa, l’impossibilità di visite da parte di amici e parenti, la paura e la terribile sensazione di soffocamento che la malattia provoca, la conseguente fame di Ossigeno, da cui prende il nome la serie. Per chi non ce la fa, la morte avviene in tragica solitudine: il corpo viene avvolto in un lenzuolo, cosparso di disinfettante ed immediatamente chiuso nella bara, in attesa della sepoltura.

Piuttosto toccante è anche il racconto del vissuto del personale sanitario: quello che pesa di più non è l’enorme carico di lavoro, ma la tragicità della sofferenza dei malati che non è possibile alleviare, il numero dei morti, la necessità di mantenere un contatto con i familiari, che spesso si conclude con la notizia del decesso.

Preoccupante il negazionismo della seconda ondata Covid. Se nel corso della prima si parlava di eroi e veniva riconosciuto il carico di dolore di medici ed infermieri, ora si tende a nascondere, rifiutare. Chi richiama alla prudenza viene considerato uno iettatore. Si moltiplicano gli attacchi sui social verso coloro che prima erano stati simboli positivi nella lotta al Covid.

Episodio 2: Numeri e valanghe.

In questo episodio, Paolo Giordano affronta un aspetto della malattia più affine alle sue competenze di fisico: la matematica che descrive l’epidemia ed i numeri che ne descrivono gli effetti, sia economici che sociali. Si parte da una stazione sciistica della Val di Susa, protagonista dei Giochi Olimpici invernali del 2006, ed ora deserta. Si passa poi alla testimonianza di un sopravvissuto ad una valanga, la cui dinamica è caotica, non lineare, simile alla diffusione di una pandemia. Più interessante le riflessioni di una matematica, Chiara Valerio. I numeri ed i modelli matematici sono capaci di spiegare e di rivelare il comportamento dell’epidemia, e questo è un grande sollievo per chi è in grado di di comprenderli. Per chi ne ignora la capacità esplicativa e predittiva i numeri sono spettrali, se piccoli, esprimono la misura di una tragedia, se grandi, divengono una semplice statistica.

In conclusione

Mi aspettavo di meglio, di molto meglio, considerando anche che si tratta di un prodotto editoriale al quale lavorano molte persone. Ma qui, credo, sia il limite. Un podcast è una modalità semplice ed economica di raccontare delle storie, di trasmettere ad altri le proprie conoscenze. Prima viene la vita e la conoscenza, poi il desiderio di raccontarle; proprio come nei migliori libri, scritti non per il pubblico, ma per urgenza e dovere interiore. Qui la linea editoriale viene prima e guida il racconto. Il prodotto è ben fatto, ma freddo e neutro. Le storie si susseguono senza un chiaro legame.

Stranamente, poi, sia nel primo che nel secondo episodio, vi sono due inserti audio presi da interviste di Matteo Salvini (sono quasi sicuro che la voce sia la sua) privi di commento e non particolarmente significativi. Non mi è chiara questa scelta, visto che nei due podcast gli spezzoni audio di interviste sono pochi e devono quindi essere stati scelti con cura. Salvini non ha mai capito la pandemia e non ha mai detto su di essa niente di importante e utile. Perche citarlo ben due volte, in maniera seria, non per evidenziarne il ridicolo, come se fosse un testimone autorevole della pandemia?

In conclusione, si ascolta per un’ora e si apprende poco più di quanto già si conosca. Nulla a che fare con i podcast di Francesco Costa, che racconta eventi meno tragici con molto più ethos e pathos. Francesco Costa è capace di mantenere l’interesse per tutti i 30 o 40 minuti di ogni episodio. Al termine, l’ascoltatore ha imparato qualcosa di nuovo, o in maniera nuova, più profonda ed articolata.

Valutazione

Classificazione: 3 su 5.

Altri podcast su Chora

I primi due podcast di Ossigeno sono già disponibili sulla piattaforma Chora. Le successive due puntate saranno disponibili l’11 ed il 18 gennaio. Su Chora si può anche ascoltare “La variante inglese“, il primo podcast della serie Altre/Storie di Mario Calabresi.