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Francesco Costa, dopo aver annunciato di aver concluso la quarta stagione della sua serie di podcast da costa a costa, ha dovuto smentirsi e pubblicare una sorta di appendice, a causa dei drammatici eventi seguiti alle elezioni statunitensi vinte da Biden.

Ascolta “Episodio speciale – Una nazione incompleta” su Spreaker.

Gli scontri del 6 gennaio 2021 a Washington

Trump ha cercato di rimanere al potere con quello che può essere definito un vero e proprio tentativi di golpe. Ha fatto pressioni sui governatori di diversi stati affinché falsificassero i risultati elettorali rendendo nulli milioni di voti. Il clima è rimasto sempre teso, fino ad arrivare al 6 gennaio 2021. Supportato da alcuni media come Fox News, Trump ha inneggiato ad una sollevazione popolare invitando i suoi sostenitori a marciare contro il Congresso, detto anche “Capital Hill” per la sua localizzazione geografica. Le persone che il 6 gennaio hanno superato i timidi cordoni della polizia erano variegati: complottisti, suprematisti, ma soprattutto rappresentanti ben armati dell’ultradestra americana. L’attacco al congresso è frutto della radicalizzazione che da decenni caratterizza la politica americana.

Gli scontri di agosto 2017 a Charlottesville

Per capire quanto successo a Washington, Francesco Costa ci porta indietro al 2017, nella città di Charlottesville, Virginia, luogo di nascita di Thomas Jefferson, padre fondatore della nazione e terzo presidente degli Stati Uniti. Qui il 12 agosto venne organizzata una manifestazione per protestare contro la rimozione della statua del generale Robert Edward Lee. Ad essa partecipò il consesso dei sostenitori di Trump: suprematisti bianchi, neonazisti, estremisti di destra, complottisti. Tutti contro le supposte élite globaliste che dominerebbero il mondo. Il raduno non era autorizzato, ma la polizia non intervenne. Si ebbe un violento scontro con una contromanifestazione pacifica. Un sostenitore di Trump con la propria auto investì la folla per poi fuggire lasciando a terra un moro e 35 feriti, di cui alcuni in gravi condizioni.

Dopo due ore dagli incidenti Trump si limitò a condannare le violenze “da ambo le parti”. Solo dopo due giorni Trump emise un comunicato più duro, ma sempre molto freddo e veramente troppo tardivo. Successivamente tornò alla versione iniziale equiparando manifestanti pacifici con suprematisti, neonazisti e Ku Klux Klan. Biden condannò duramente l’atteggiamento di Trump con un video di poco più di tre minuti che precedente l’annuncio della sua candidatura.

Una nazione incompleta non è un messaggio pessimista, ma, nel segno di Biden, come è scritto nella costituzione Americana, prelude ad “a more perfect Union”.

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