Tempo di lettura: 1 Minuto

La legna, il pellet, le biomasse utilizzate per il riscaldamento sono fonti di energia rinnovabile e, come tali, vengono percepite come amiche dell’ambiente. In realtà, i fumi emessi dai camini contengono una elevata concentrazione di polveri sottili, PM10, pericolose per l’apparato respiratorio, alla cui elevata concentrazione si deve il frequente blocco del traffico nelle principali città italiane. Una recentissima pubblicazione dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) mostra che nell’area urbana di Torino Lingotto le emissioni di polveri sottili derivanti dalla combustione di biomasse raggiungono il 44% delle emissioni totali di PM10, un valore superiore a quello di tutti i mezzi di trasporto (autoveicoli, motoveicoli, trasporto pesante) e 10 volte superiore a quello degli altri sistemi di riscaldamento. Il contributo di tutto il settore industriale è solo del 6%, mentre quello dell’agricoltura è del 5%.

L’obiettivo della pubblicazione di ISPRA è presentare un modello che permetta di stimare quantitativamente il contributo alle concentrazioni degli inquinanti da parte delle principali sorgenti esistenti nel territorio della regione Piemonte. Torino Lingotto è solo un caso studio, che però aiuta a capire quanto i cittadini e gli amministratori tendano ad aderire a luoghi comuni (industrie e trasporti come principale causa di inquinamento) sottovalutando l’impatto generato da comportamenti privati (il riscaldamento a legna) considerati innocui, o addirittura benefici.

Il documento di ISPRA, Strumenti e metodi innovativi per la qualità dell’ambiente urbano, può essere letto qui. E’ un documento corposo che contiene molti altri argomenti.