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In base ad una nota di Giulio Gottardo del 19 gennaio 2021, pubblicata dall’Osservatorio dei Conti Pubblici Italiani, a fine anno gli stipendi del settore pubblico saranno superiori di circa il 30% agli stipendi del settore privato.

Le recenti leggi di bilancio

Questo grazie alle risorse per gli aumenti contrattuali messe nelle ultime due leggi di bilancio. Gli stipendi del settore pubblico aumenteranno nel triennio 2019-2021 di oltre il 6%, così come era avvenuto nel precedente triennio 2016-2018. L’aumento è molto superiore all’inflazione (1,8%) e molto superiore all’incremento previsto per il settore privato (1,5 – 3% – la forchetta dipende dagli scenari possibili). Si inverte l’andamento che si era registrato durante il blocco degli aumenti contrattuali del settore pubblico, che aveva portato il rapporto fra settore pubblico e privato a 1,2.

Il wage premium del settore pubblico

Il fatto che gli stipendi del settore pubblico siano superiori a quelli del settore privato avviene anche negli altri paesi europei ed è dovuto ad un maggior livello di istruzione e competenza dei dipendenti pubblici rispetto a quelli privati. Normalizzando per questi aspetti, gli stipendi pubblici rimangono superiori a quelli privati. Questo fenomeno è chiamato wage premium del settore pubblico. Questo misura il divario fra livello di retribuzione dei dipendenti del settore pubblico rispetto a quello dei dipendenti del settore privato attribuibile semplicemente al fatto di appartenere al settore pubblico.

Il wage premium italiano era molto superiore a quello medio dei paesi avanzati prima della crisi del 2008 (circa 12% contro circa 5%) e si era progressivamente ridotto fino ad allinearsi a quello degli altri paesi. I recenti aumenti degli stipendi del settore pubblico riportano il wage premium italiano ad un valore “anomalo” e superiore rispetto agli altri paesi.

Opinioni infondate

Questi dati ribaltano la comune opinione che, in Italia, la retribuzione dei dipendenti pubblici sia bassa. E vero, se il confronto viene fatto rispetto ai paesi più ricchi dell’Unione Europea, ma questo vale per l’intero settore del lavoro dipendente, all’interno del quale i dipendenti privati italiani sono invece più penalizzati.